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INVITO A SOSTENERE IL NOBEL PER LA PACE 2010 AI GIUSTI DEL RWANDA

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Nell’estate del 1994, mentre l’attenzione mediatica internazionale era concentrata sui mondiali di calcio negli Stati Uniti, in Rwanda si consumava una delle più grandi tragedie della storia moderna: nel giro di tre mesi, tra il 6 aprile e il 19 luglio 1994, un milione di cittadini appartenenti all’etnia minoritaria Tutsi veniva trucidato dagli estremisti Interahamwe appartenenti alla maggioranza Hutu. Un omicidio ogni dieci secondi avveniva sotto gli occhi indifferenti della comunità internazionale mentre la maggior parte degli organi d’informazione preferiva riferire di un semplice “scontro tribale tra selvaggi”. Ma la realtà era un’altra, intricata e profonda, e aveva a che vedere principalmente con la complessità dell’eredità post-coloniale e con gli interessi geopolitici delle potenze occidentali.

Nell’ambito di una sanguinosa guerra civile, molti decisero di obbedire agli ordini, commettendo crimini contro l’umanità, altri riuscirono a mettersi in salvo di fronte alla minaccia del machete, altri ancora rimasero per combattere l’orrore a rischio della propria stessa vita. Sono loro i Giusti del Rwanda a cui va il nostro riconoscimento.

Zura Karuhimbi, candidata al premio Nobel per la Pace 2010, è una donna Hutu che ha nascosto nella sua casa oltre 100 rifugiati Tutsi riuscendo, attraverso vari stratagemmi a evitare le perquisizioni delle milizie Interahamwe. Se fosse stata scoperta Zura sarebbe andata incontro alla morte più atroce, quella destinata agli amici dei Tutsi. Zura è stata recentemente nominata nel Giardino dei Giusti.

Yolande Mukagasana, candidata al premio Nobel per la Pace 2010, è una donna Tutsi che ha visto morire la sua famiglia, un marito e tre bambini, sotto i colpi dei machete. Dopo esser stata salvata da una donna Hutu, Yolande ha iniziato un’incessante campagna per testimoniare il genocidio del Rwanda nel mondo. La sua storia è raccontata nel libro “La morte non mi ha voluta”. Scrittrice di fama mondiale, Yolande ha già ricevuto la Menzione Onorevole Unesco per l’Educazione alla Pace.

Pierantonio Costa, candidato al premio Nobel per la Pace 2010, ricopriva la carica di Console italiano a Kigali nel 1994. Dopo aver messo in salvo tutti i nostri connazionali, tornò nel paese di sua spontanea iniziativa avvalendosi del passaporto diplomatico per mettere in salvo oltre confine circa 2.000 Tutsi. La sua storia è raccontata nel libro “La lista del Console”. Ribattezzato da vari media lo “Schindler italiano”, Costa è stato riconosciuto come Giusto dal Comitato per la Foresta dei Giusti.

Il genocidio dei Tutsi rwandesi costituisce un evento di primaria rilevanza nel panorama storico del Novecento. Purtroppo però, il silenzio, l’abbandono dei sopravvissuti e persino il negazionismo continuano tuttora. La dimenticanza e la cancellazione degli eventi sono il primo passo verso il formarsi dell’incoscienza civile che pone a rischio le generazioni future di ogni società.

Reputiamo dunque indispensabile che sia assegnato un Nobel per la Pace ai Giusti del Rwanda affinché la memoria non vada perduta e affinché la necessità della giustizia sia riaffermata al fine della piena riconciliazione nazionale e internazionale. Il Nobel ai Giusti del Rwanda è anche un monito nei confronti di tutti quei paesi in cui continuano a essere tollerate, coperte o propagandate pratiche genocidiarie.

Visitate il nostro sito www.benerwanda.org e il blog della campagna http://nobelrwanda.blogspot.com/

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