Archive for marzo 2nd, 2010

Lettera di Yolande Mukagasana al Ministro Bernard Kouchner

Mittente:

Yolande Mukagasana
Belgio

Destinatario:

Sig. Bernard Kouchner
Ministro
degli Affari Esteri

Oggetto: La riconciliazione Francia-Rwanda

Egregio Signor Ministro,

Vorrei anzitutto augurarle un felice anno nuovo 2010, basato soprattutto sulla riconciliazione tra i nostri due paesi, la Francia e il Rwanda.

Signor Ministro, non ho mai dubitato della sua umanità. Questo è il motivo per cui non smetterò di scriverle quando sentirò la necessità di parlarle. Le ricordo che sono una superstite del genocidio dei Tutsi del Rwanda, in cui ho perso tutta la mia famiglia, ma in particolare mio marito e tutti i miei figli. Il Governo francese dell’epoca ha una grossa responsabilità nella mia storia drammatica, come in quella di molti superstiti. E so che lei lo sa, come lo sappiamo noi.

Signor Ministro, mi lasci esprimere le mie felicitazioni per aver potuto sbloccare la situazione diplomatica tesa tra la Francia e il Rwanda, non importa in che modo, poiché l’essenziale è che la Francia e il Rwanda possano parlarsi. Ma sono felice di tutto ciò che lei ha fatto e del fatto che il suo sforzo abbia portato a qualcosa. Mi auguro che la Francia viva nella sincerità e non con quella specie di disprezzo che ha caratterizzato la Francia politica, nella convinzione di poter manipolare gli Africani per raggiungere i propri scopi.

Signor Ministro, il motivo principale della mia lettera è tutt’altro che politico, poiché io non sono una politica. Faccio solamente parte di questa società civile che ha sofferto e che soffre ancora a causa del genocidio. Questo genocidio in cui la Francia ha sempre sostenuto i colpevoli, sia Rwandesi, sia francesi. Se le scrivo questa lettera, è per metterla in guardia per quello che riguarda il genocidio dei Tutsi. Il fatto che il mio paese, il Rwanda, si apra al dialogo con la Francia, non cancella il genocidio e soprattutto le responsabilità francesi in questo genocidio. No, affatto. Le ricordo, Signor Ministro, che un genocidio è un crimine imprescrittibile.

Come nella mia precedente lettera, le ripeto che lei è un medico, signor Ministro. Lei sa che la ricostruzione psicologica delle vittime passa anzitutto dal riconoscimento di ciò che hanno subito. Questo riconoscimento, la Francia ce l’ha rifiutato. La Francia non ci ha mai riconosciuto come sofferenti. Oggi, se la Francia si rivolge di nuovo al Rwanda, ci aspettiamo, da parte della Francia, anzitutto il riconoscimento del nostro genocidio.

Lasci che io le porga ancora una volta, Signor Ministro, le mie congratulazioni per ciò che propone, assieme al Ministro della Giustizia, la signora Michèle Alliot-Marie: la creazione di un polo “genocidi e crimini contro l’umanità” al TGI di Parigi. Ma, signor Ministro, lei sa più di chiunque altro che ciò non è possibile, a meno che la Francia non modifichi le proprie leggi! Lei sa che la Francia non si è mai data una legge di competenza universale per giudicare i genocidi. Lei sa che in Francia sono state votate leggi specifiche per i crimini di guerra per il Rwanda e il Kosovo. Ciò significa che la competenza universale è applicabile in Francia unicamente per i crimini di guerra relativi a questi due paesi. La Francia lo ha fatto forse nella speranza di arrestare coloro che sono stati incolpati dal vostro giudice antiterrorista Jean-Louis Bruguière per avere commesso, diciamo così, l’attentato contro l’aereo del Presidente Habyarimana. Fintantoché le cose rimarranno come sono in Francia, ciò è inaccettabile e lei tortura ancora una volta i superstiti del genocidio dei Tutsi.

Wenceslas Munyeshyaka e molti altri, contro i quali abbiamo sporto denuncia, vivono un’impunità senza pari in Francia. Il dottor Rwamucyo, che vive ora in Belgio, non lavorava in Francia, nonostante fosse sulla lista dell’Interpol? Come molti, molti altri, Signor Ministro. Cosa pensate di fare? Dateci delle spiegazioni. È sempre bene avere delle intenzioni, ma intenzioni e belle parole non sono più sufficienti. Ci aspettiamo azioni concrete, signor Ministro.

Noi, i superstiti del genocidio, auspichiamo che le vostre intenzioni si trasformino in azioni. Ci aspettiamo una riparazione, signor Ministro. Quanto all’aiuto della Francia, se ce n’era l’intenzione, essa si sarebbe manifestata già quindici anni fa. Abbiamo bisogno di vedere i nostri diritti rispettati e, tra l’altro, il diritto alla giustizia e la riparazione che ne seguirebbe. Il popolo francese ha bisogno della verità sulle responsabilità dei suoi politici e militari durante il periodo dal 1990 al 1994.

Infine, Signor Ministro, le porgo ancora una volta le mie congratulazioni per aver sbloccato la situazione diplomatica tra la Francia e il Rwanda. Resta da sbloccare la situazione politico-giuridica tra il Rwanda e la Francia. Ma, ancora una volta, le rinnovo la mia fiducia, perché tutto non può essere fatto allo stesso tempo. I suoi figli e le generazioni umane la ringrazieranno.

Nella speranza che la nostra fiducia non sarà mai tradita, le porgo, Signor Ministro, tutti i mie ringraziamenti.

In fede,

Yolande Mukagasana
Superstite del genocidio dei Tutsi
Scrittrice

Presidente di Nyamirambo Point d’Appui asbl

yoyo

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