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Trentennale del Genocidio dei Tutsi in Rwanda: 30 anni fa in Rwanda a oggi

In occasione del Trentennale del Genocidio dei Tutsi e degli Hutu moderati in Rwanda, Bene Rwanda Onlus, con il supporto di CGIL e la moderazione di Marco Trovato, Direttore editoriale della rivista Africa, ha organizzato il 12 aprile scorso un evento aperto a tutti gli Istituti Superiori di Roma, in cui sono stati ricordati i tragici avvenimenti di quei circa cento giorni del 1994, dal 7 aprile, in cui furono uccisi un milione di cittadini rwandesi tutsi e hutu moderati.
In apertura i saluti e la presentazione del Segretario della Fillea CGIL Roma e Lazio, Ermira Behri cui sono seguite le testimonianze degli ospiti. Françoise Kankindi, Presidente di Bene Rwanda Onlus, ha ricordato e spiegato gli eventi storici che dal 1959 hanno creato le condizioni per il genocidio del 1994 e la sua storia di rwandese nata in Burundi e immigrata in Italia, che ha dovuto assistere da lontano agli stravolgimenti orribili del suo Paese.
L’evento acquista forza attraverso le preziose testimonianze di Gerard Munyehirwe, sopravvissuto e profugo, giunto ancora bambino in Italia, di Yolande Mukagasana, sopravvissuta e portavoce, anche grazie ai suoi libri “La morte non mi ha voluta” e ” Le ferite del silenzio”, dell’efferata crudeltà cui ha dovuto assistere e vivere sulla propria pelle e su quella della propria famiglia.
Yolande Mukagasana racconta l’orrore in un perfetto francese, quasi musicale, benché sia la lingua di quella Francia che, attraverso il suo presidente di allora, Francois Mitterrand, condusse una politica favorevole al “nuovo governo” degli Hutu. Tradotta simultaneamente da Francoise Kankindi, Yolande colpisce il cuore, lo strizza come una spugna, perché quelle vite normali, fatte di amore materno e paterno, di legami di amicizia e di buon vicinato, di figli che dovrebbero andare a scuola e giocare, di lavoro, di pasti condivisi, vengono scardinate e annientate, segnate per sempre o interrotte, sgretolando un domani che appare inesistente, neanche più immaginabile.
E là, in quel momento, quando la rabbia e l’odio dovrebbero prendere il sopravvento, Yolande parla di perdono, del bisogno di incontrare e conoscere chi ha commesso quegli atti, chi ha ucciso e distrutto. Il bisogno di sapere e guardare negli occhi l’anima di chi ha trovato il coraggio di cancellare l’umanità dal proprio essere. E’ da là che si ricostruisce, dagli occhi e dalle parole a volte interrotte dall’emozione e dal dolore del ricordo di Yolande, di Gerard, di Francoise, di chi come loro ha avuto la forza e il coraggio di spiegare la Vita, perché ha conosciuto una Morte più profonda di quella che tutti conosciamo.
L’evento ha proseguito con il discorso incisivo e ruvido di Moni Ovadia sulla coscienza e l’autocritica, su quanto assurdo sia stato quel “never again” pronunciato dopo la Shoa, se continuiamo ad assistere ad altri genocidi, ovunque nel Mondo, senza scuotimento interiore, senza intervenire, senza capire che tutto ciò che accade non dipende dagli Altri, ma da Noi, perché ognuno con le proprie scelte e le proprie azioni, può cambiare la vita di qualcun altro e il corso della Storia. La consapevolezza e la coscienza di sé e di ciò che accade rappresenta l’unica vera alternativa all’offuscamento e all’ottundimento della mente, all’ignoranza, all’idea della Diversità e dell’Altro, come entità altra, aliena, nell’antico significato latino di “straniero”.
Joshua Evangelista, Responsabile comunicazione Fondazione Gariwo, prosegue con il suo intervento sui Giusti e l’importanza della memoria del Bene, perché sia sempre la luce che illumina la strada corretta, cosa difficile da percorrere per l’Uomo di tutti i tempi.
L’evento si è concluso con un ultimo intervento, quello di Eric Manzi, Vice Segretario Generale della Confederazione Internazionale dei Sindacati, che ha affrontato l’argomento lavoro e giustizia sociale.
L’ attualizzazione di un evento avvenuto 30 anni fa, e che si sta ripetendo oggi in Palestina, ha visto la partecipazione attiva degli studenti presenti, preoccupati di comprendere la Storia passata, e non solo quella egocentrica e autoreferenziale europea, per sviluppare una propria coscienza critica e divenire parte attiva nella lotta continua per i diritti dei più deboli, per gli ideali di uguaglianza e libertà , perchè nella vita di tutti può accadere di svegliarsi una mattina, una qualunque, e trovare chi ha stabilito per noi se e come dovremo vivere o morire.
La Storia insegna. O perlomeno dovrebbe. Speriamo. Intanto, oggi, 25 aprile, i palestinesi ammassati a Rafah, sul confine sud di Gaza con l’Egitto, attendono un altro attacco da parte dell’esercito israeliano. La Storia insegna. O almeno dovrebbe. Speriamo.

Vera Raya ya Dunia

Add comment aprile 25th, 2024

MEMORIA CONDIVISA: TRENTENNALE DEL GENOCIDIO DEI TUTSI IN RWANDA



12 aprile 2024, Sala Di Vittorio, Corso d’Italia 25, ore 9.30

Nell’estate del 1994, in Rwanda si consumava una delle più grandi tragedie della storia moderna: nel giro di tre mesi, tra il 6 aprile e il 19 luglio 1994, un milione di cittadini Tutsi e Hutu moderati venivano trucidati dagli estremisti appartenenti alla maggioranza Hutu. Un omicidio ogni dieci secondi avveniva sotto gli occhi indifferenti della comunità internazionale che ignorò le invocazioni d’aiuto del Generale Dallaire, comandante della missione di pace dell’Onu.

Programma

9:30-10:00: Apertura giornata e saluti dal Segretario della Fillea CGIL Roma e Lazio

10:00-10:30: Introduzione storica, Francoise Kankindi, Presidente Associazione Bene Rwanda Onlus

10.30-11:15: Le Ferite del silenzio, Yolande Mukagasana, scrittrice sopravvissuta al genocidio, scrittrice e vincitrice della menzione Unesco per l’educazione alla pace.

11.15-11:45: La coscienza e l’autocritica, Moni Ovadia, attore, cantante e scrittore

11.45-11:30: I giusti e la memoria del bene, Gabriele Nissim, scrittore Presidente Gariwo

12.30-13.00: Il lavoro e la giustizia sociale, Eric Manzi, vice Segretario Generale della Confederazione Internazionale dei Sindacati (CSI), ex Segretario Generale della Confederazione dei Sindacati del Ruanda (CESTRAR)

13.00-13.30: conclusioni del Segretario/a Confederale della CGIL.

Modera Marco Trovato, Direttore editoriale Rivista Africa

Add comment aprile 3rd, 2024

La Settimana della Memoria a Ferrara

Alcuni anni or sono, ebbi la preziosa occasione di incontrare la grande testimone del genocidio ruandese dei Tutsi, Yolande Mukagasana, una donna straordinaria. Il privilegio di quell’incontro si trasformò in un’amicizia che continua ancora oggi. Yolande è autrice di un memoriale di eccezionale valore Not my time to die, tradotto in italiano con il titolo indovinato di La morte non mi ha voluto.
In questa opera racconta della sua terrificante esperienza che fortunatamente sfociò in un esito positivo. Nel corso di una delle volte che ebbi occasione di vedere Yolande, notai che portava come ciondolo una stella di Davide. La cosa mi incuriosì e le chiesi se per caso fosse ebrea. La sua risposta fu uno dei primi stimoli che mi spinse a dare vita ad un progetto che desse voce alle memorie di tutte le genti e di tutti gli uomini che sono stati vittime di genocidi, stragi di massa, persecuzioni sistematiche. Yolande rispose che quel ciondolo gli ricordava che anche loro, i Tutsi, dovevano fare come gli ebrei, costruire un edificio della Memoria. La cultura della Memoria nasce in ambito ebraico già dai tempi biblici: nella narrazione dell’Esodo, Amalek, capo di una banda di Edomiti, attaccò gli Ebrei proditoriamente per annientarli. Nella tradizione ebraica, questo personaggio è considerato un progenitore di Adolf Hitler ancorché apparentato con gli Ebrei in quanto discendente di Esaù.

Per quell’episodio di tentato annientamento di tutti gli Ebrei per la sola ragione dell’odio contro di essi, il biblista lancia il monito: «Yizkor!», «Ricorda!».
Questo precedente nella propria narrativa identitaria, spirituale e culturale, ha permesso al mondo ebraico di edificare un poderoso edificio etico che si fonda sul valore e il potere della Memoria. In seguito all’immane catastrofe distruttiva occorsa agli Ebrei nel corso del secondo conflitto mondiale, il progetto della Memoria ha permesso loro di uscire – per quello che era possibile – dall’immane trauma anche grazie all’impetuosa diffusione dei mezzi di comunicazione, di trasmissione e di memorizzazione digitale.

Yolande alla settimana della Memoria a Ferra

Yolande alla settimana della Memoria a Ferra

Il magistero ebraico, nel corso dei decenni, ha fatto scuola. Anche volendosi limitare ai crimini perpetrati dai nazifascisti, il progetto di annientamento ha colpito i menomati, i primi a conoscere lo sterminio sistematico, i Rom e i Sinti destinati anch’essi allo sterminio totale e negli stessi lager destinati agli ebrei, gli slavi, gli antifascisti di qualsiasi appartenenza, i Testimoni di Geova, gli omosessuali, gli emarginati, i disabili e tutti coloro che non rientravano nella visione di «purezza» etnica e razziale concepita dai nazisti. Da che il dovere della memoria diventa sentimento diffuso nel mondo occidentale, la Shoah ne prende il centro e la quasi totalità delle manifestazioni che si diffondono nelle città, nelle nazioni, nelle scuole. Una vastissima messe di pubblicazioni sull’argomento sono state date alle stampe, sono stati girati decine e decine di pellicole, prodotti spettacoli teatrali, concerti.

La memoria ebraica ha fatto aggio sulle altre, ma negli ultimi anni altre memorie bussano legittimamente alla porta dell’attenzione e del riconoscimento e presso le persone più sensibili, cresce l’attenzione verso altri genocidi, stermini di massa e persecuzioni che hanno visto la loro sinistra luce prima e dopo la Shoah.
Alcune associazioni, fra le quali per esempio Amnesty International, il Tribunale Russel, – solo per fare degli esempi – hanno fatto un grande lavoro, ma negli ultimi anni, è nata un’associazione di grande importanza, la Gariwo, fondata da Gabriele Nissim che ha portato all’universalità l’istituzione dei «Giusti fra i popoli» aprendo un orizzonte straordinario nel cammino verso la pace nella giustizia.

La Gariwo ricorda e pianta alberi in memoria di ogni giusto che, a proprio rischio e pericolo, salvò esseri umani di qualsiasi origine e nazione dal pericolo di sterminio ad opera di assassini di qualsivoglia origine. L’esempio di Gabriele Nissim è stato fonte di grande ispirazione per me e ha influito sulla mia decisione di dare vita, nel Teatro Comunale di Ferrara Claudio Abbado, alla Settimana delle Memorie.
Fino al 30 gennaio ricorderemo l’unicità della Shoah che avrà due giornate e tre iniziative dedicate. Ma anche il genocidio degli Armeni, l’ininterrotta persecuzione del popolo curdo, il genocidio dei Rom, il genocidio dei Tutsi. Lo faremo con incontri, recital, concerti musicali e spettacoli teatrali.
Gabriele Nissim e io, entrambi ebrei, abbiamo interpretato il giuramento fatto sulle ceneri di Auschwitz «Mai più!», come «ciò che è stato non deve mai più capitare a nessun essere umano». Pensiamo che pur nel riconoscere la specificità di ogni crimine e l’unicità della Shoah che non va certo banalizzata o omologata, non ci possano essere graduatorie nel dolore.

Fonte articolo: https://ilmanifesto.it/dalla-memoria-ebraica-alle-memorie/?fbclid=IwAR2MDE7_O8YFSjQV08cNjfQnUHDmyhDSojcS_DDfTWdbe7wAppGdU5I76mw

Add comment gennaio 28th, 2022

Internazionale sulla Nuvola con Yolande Mukagasana

Venerdì 17 dicembre e in replica sabato 18 dicembre alle 21.00, all’Auditorium della Nuvola, a Roma, Internazionale è andata in  in scena in un ‘edizione straordinaria del settimanale che si sfoglia dal vivo, con parole, immagini, video e musica dove la scrittrice Yolande Mukagasana è interventuta nel rittratto La morte non mi ha voluta

“Ho visto e vissuto l’apocalisse del genocidio in Ruanda che ha portato via tutto ciò che amavo e tutto ciò che ero. Ma ho visto anche il perdono e la riconciliazione dopo l’orrore.”
Yolande & Françoise in scena

Yolande & Françoise in scena

SOMMARIO

L’EDITORIALE

Parole
Giovanni De Mauro
ATTUALITÀ
La foresta ghiacciata
Una storia di migranti, bisonti e filo spinato alla frontiera tra Bielorussia e Polonia.
Annalisa Camilli
AMBIENTE
L’uomo dei lupi
Come un ex campione di sci ha incontrato l’amore nei boschi della Val Lessinia e ha imparato a ululare.
Fulvio Valbusa
REPORTAGE
Fuga per la vittoria
“Siamo nei guai, potete aiutarci?”. Comincia così l’operazione per salvare le calciatrici afgane dopo l’arrivo dei taliban a Kabul.
Stefano Liberti
PORTFOLIO
Le pillole della felicità
L’industria farmaceutica promette alle persone che c’è una risposta semplice e veloce alla loro ricerca della felicità. Un’inchiesta dal Niger agli Stati Uniti.
Paolo Woods
RITRATTO
La morte non mi ha voluta
“Ho visto e vissuto l’apocalisse del genocidio in Ruanda che ha portato via tutto ciò che amavo e tutto ciò che ero. Ma ho visto anche il perdono e la riconciliazione dopo l’orrore.”
Yolande Mukagasana
POP
Che follia innamorami di te
Gabriela ha un marito, una moglie, due figli e un letto di tre metri e mezzo. Si sente la rockstar del poliamore, ma la realtà è molto più complessa degli ideali.
Gabriela Wiener
RUBRICA
L’oroscopo di Rob Brezsny
Una rilettura segno per segno.
Claudio Morici
SOCIETÀ
L’arte di essere libere
Un inno femminista contro la violenza di genere e lo stupro che dal Cile si è diffuso in tutto il mondo. La performance Un violador en tu camino.
Adeline Raynal e le studenti del Liceo Cannizzaro, dell’IIS Alberti e del Liceo Vivona di Roma
Progetto: Chiara Nielsen e Luisa Ciffolilli
Ideazione teatrale e regia: Fabio Cherstich
Luci e video: Igor Renzetti
Drammaturgia: Giampiero Rappa
Direzione musicale: Gianluca Ruggeri
Assistente alla regia: Tommaso Capodanno
Coro: Ready Made Ensemble
Installazione sonora: Quiet Ensemble

Add comment dicembre 17th, 2021

KWIBUKA 27: COME COMBATTERE IL NEGAZIONISMO E REVISIONISMO DEL GENOCIDIO DEI TUTSI

La 27° Giornata della Memoria del Genocidio dei Tutsi sarà segnata dal rapporto della Commissione Duclert consegnato al Presidente Francese, Emmanuel Macron, venerdì 26 marzo 2021, in merito al ruolo di Parigi nel genocidio contro i Tutsi in Ruanda, le cui conclusioni rivelano la pesante e schiacciante responsabilità della Francia in questo crimine contro l’umanità.
Il rapporto denuncia l’esistenza di pratiche amministrative irregolari, di catene parallele di comunicazione e persino nel comando che bypassano le procedure legali e atti di intimidazione nell’attuazione di una politica tesa allo sterminio dei Tutsi del Rwanda, percepiti come minacia all’egemonia francese nella regione dei grandi laghi.
Il Presidente François Mitterrand e la sua cerchia ristretta hanno una grande responsabilità in questo genocidio ma ci ha voluto più di un quarto di secolo perché i suoi successori lo riconoscessero.
Il presidente François Mitterrand e la sua cerchia ristretta furono i primi negazionisti e revisionisti del genocidio perpetrato contro i tutsi, hanno volutamente aperto la strada alla teoria del doppio genocidio per mascherare i loro crimini nell’aver appoggiato il regime genocida del loro protetto Presidente Juvenal Habyarimana.
La responsabilità del presidente François Mitterrand e il suo entourage sono travolgenti, soprattutto quello di Hubert Védrine, il suo segretario. Oggi ed ora noi rwnadesi chiediamo che la Francia non aspetti la sua morte per tradulro davanti alla giustizia affinchè risponda dei suoi crimini e non è l’unico. I soldati francesi hanno combattuto al fianco delle forze armate ruandesi sin dall’inizio della guerra nel 1990 contro al Fronte patriottico Ruandese che sfociò nel genocidio nel 1994.
Non possiamo passare sotto silenzio tutto ciò, come disse il reporter Patrick de Saint Exupery, un genocidio lascia delle tracce Indelebili, è un bruciore permanente, in Rwanda la gente ha dovuto imparare a vivere con questo bruciore ma questa stessa gente chiede giustizia. Come scrisse la mia adorata Yolande Mukagasana, “non ci sarà umanità senza perdono, non ci sarà perdono senza giustizia, non ci sarà giustizia senza umanità” e questo cerchio deve chiudersi in qualche modo,no?

kwibuka 27-Come combattere il negazionismo e revisionismo

kwibuka 27-Come combattere il negazionismo e revisionismo

Add comment aprile 6th, 2021

La Fondazione Yolande Mukagasana

Yolande Mugakagasana, ha affrontato la negazione del genocidio dei Tutsi e il revisionismo attraverso le sue opere letterarie, ha presentato la sua Fondazione attraverso la quale intende continuare la lotta che li portò via la sua famiglia.

Lunedì 11 gennaio 2021, è stata annunciata la creazione di una fondazione indipendente per la ricerca e la protezione della memoria del genocidio contro i tutsi, che, tra l’altro, combatterà contro l’ideologia dello stesso e promuoverà qualsiasi arte che abbia lo stesso obiettivo che sia lo scritto, o attraverso i cinema, la musica e il teatro.

La Fondazione, ha anche l’obiettivo di condurre ricerche sul genocidio contro i tutsi, in collaborazione con le organizzazioni competenti attraverso  conferenze e seminari sul tema, archiviando la storia del genocidio e promuovendone la cultura della lettura e della scrittura .

Parlando dell’obiettivo di questa fondazione, Yolande Mukagasana, presidente e membro fondatore, ha affermato che l’idea di lanciare la fondazione è nata dalla necessità di affrontare la negazione del genocidio in tutto il mondo mentre più ricercatori e giornalisti continuano a rivedere deliberatamente la storia.

“L’ideologia del genocidio perpetrato contro i tutsi e la sua negazione sono ancora d’attualità, soprattutto nel settore giornalistico e accademico, perché dagli autori dello stesso e dai loro complici”, ha detto Mukagasana.

“L’evoluzione dei media ha dato vita ad un pubblico facilmente influenzabile attraveso dichiarazioni in nome della libertà di espressione non veritiere, rilasciati con superficialitá. Come custodi della memoria, non possiamo accettare la distorsione della storia del Rwanda che include il genocidio “.

La Fondazione è stata costituita da persone di ogni estrazione sociale, sia in Rwanda che all’estero. Hanno portato le loro risorse, tra le altre, le loro esperienze educative, e le loro abilità. La maggioranza é rappresentata da giovani che vogliono ricostruire il Rwanda sulla base delle nostre differenze.

“Dobbiamo sapere che tali differenze non ci rendono nemici, ma ci arricchiscono. Il genocidio perpetrato contro i tutsi fa parte della storia dei Rwandesi, è della storia dell’umanità. Combattere contro l’ideologia e la negazione del genocidio è combattere contro l’odio, é  quindi, dovere di tutti,  esserne coinvolti “, ha detto Mukagasana.

La Fondazione Yolande Mukagasana è aperta a chiunque, a qualsiasi istituzione, sia nazionale che internazionale, che condivida la stessa visione.

Chi è Mukagasana?

Il genocidio contro i tutsi ha lasciato Yolande Mukagasana vedova e senza figli. Dal 1995 si è confrontata, in occindente contro la negazione e il revisionismo di questo sterminio. La sua lotta è iniziata nel 1995 in Europa dove ha trascorso 16 anni parlando e testimoniando del genocidio contro i tutsi, di giustizia, di pace e di convivenza nonostante le sue ferite ancora aperte.

Ha viaggiato in tutto il mondo per condividere testimonianze sul genocidio. Ha ricevuto vari premi tra cui la Menzione d’Onore del Premio UNESCO per l’Educazione alla Pace, il riconoscimento della Comunità Ebraica Americana, candidata al premio Nobel per la pce e molti altri.

Yolande Mukagasana è autrice di sette libri tradotti in diverse lingue come contributo alla promozione della cultura della lettura e della scrittura sul genocidio contro i tutsi, mantenendo così vivo il ricordo.

“Non ci sarà umanità senza perdono, non ci sarà perdono senza giustizia e non ci sarà giustizia senza umanità”, dice Mukagasana.

Di fronte alla crescente negazione del genocidio, la fondazione condurrà ricerche per sfidare coloro che negano o rivedono il genocidio del 1994 contro i tutsi

https://www.ktpress.rw

Add comment gennaio 11th, 2021

Un viaggio nel conflitto attraverso la musica, il teatro e la vita

Una candidata al Premio Nobel per la Pace, un direttore d’orchestra, unattore, una psicologa e una giornalista protagonisti di una narrazione sul conflitto in occasione della VI Edizione dell’Evento Corporate Annuale diBridge Partners® tradizionalmente incentrato su un tema trasversale alla cultura aziendale e alla managerialità.

Tutto è animato dal contrasto, e langue senza di esso. Giacomo Leopardi

Tutto è animato dal contrasto, e langue senza di esso. Giacomo Leopardi

È di scena il conflitto sul palcoscenico della vita, oggi e da sempre.
Il conflitto è quotidiano e inevitabile più o meno latente, più o meno intenso: in famiglia, sul lavoro, nelle istituzioni.

Vogliamo dare una lettura del conflitto come leva di progresso, di cambiamento e di innovazione. E vogliamo farlo indossando lenti diverse dal solito.

Il conflitto deve trasformarsi in una opportunità: se ci limitiamo a una accezione aziendale, trasformarlo da un costo a un investimento.

Come affrontarlo quindi e farlo evolvere in un’esperienza positiva, fonte di creatività e spinta verso l’innovazione?

Per il nostro evento corporate abbiamo riunito personaggi diversissimi e per molti aspetti affini, per raccontarsi, contaminare e coinvolgere la platea su un tema sempre attuale, i cui confini coincidono con quelli della condizione umana.

Il tutto condito dallo spirito di sempre: fare proposte, senza pretesa alcuna di esaustività.
OSPITI RELATORI

Giovanna Leone – Psicologa e Professore Associato di Psicologia Sociale e della Comunicazione – Università La Sapienza di Roma.
Stefano Lucarelli – Direttore d’orchestra e Fondatore della “Piccola Orchestra di Milano”
Yolande Mukagasana – Scrittrice, autrice di un’autobiografia “La morte non mi ha voluta” e Candidata al Premio Nobel per la Pace nel 2010.
Paolo Vergnani - Psicologo, Formatore e Membro del Consiglio direttivo del “Master in teatro e media per la formazione e comunicazione d’azienda” – Università Cattolica di Milano.

MODERA
Rosalba Reggio – Giornalista de Il Sole 24 Ore

La partecipazione all’evento è gratuita.

Link all’evento

Venerdì 19 maggio 2017 dalle 08:30 alle 13:30

Sede: Palazzo Castiglioni, Sala Orlando
Corso Venezia, 47 – 20100, Milano  - MM1 Palestro
Tel. 02 7750.504 - vedi mappa

Add comment maggio 18th, 2017

Un giorno vivrò anch’io: Il genocidio dei Tutsi spiegato ai giovani di Pesaro

Yolande Mukagasana, scrittrice e saggista soppravvissuta al genocidio dei Tutsi in rwanda, incontrerà i ragazzi del Liceo Mamiani di Pesaro Venerdì 26 maggio ore 10.30 presso il Salone Metaurense in Piazza del Popolo.

Locandina Pesaro

Locandina Pesaro

Add comment maggio 18th, 2017

DIRITTI UMANI NELLE SCUOLE: INTEGRAZIONE E INTERCULTURA

GENESI E FORMAZIONE DELLA “CULTURA DEL GENOCIDIO”, RACCONTARE IL RWANDA DEL ‘94.

Progetto di consulenza scolastica a cura di Bene Rwanda Onlus

Introduzione

Conoscere ed educare ai diritti umani è sempre più un’esigenza sentita non solo a livello istituzionale internazionale ma anche e soprattutto all’interno della società civile. Numerosi programmi scolastici sono stati messi in atto, negli ultimi anni, per venire incontro ad esigenze specifiche della società contemporanea, che richiede una conoscenza sempre maggiore di fronte ai drammi del passato al fine di dotare i giovani degli strumenti necessari per distinguere, analizzare e valutare le tragedie del presente e prevenire quelle del futuro.

Educare ai diritti umani significa infatti anche educare alla legalità, alla cittadinanza attiva, alla democrazia, alla non-violenza, all’accettazione delle diversità culturali, alla pace e allo sviluppo sostenibile e rispettoso delle esigenze delle minoranze e dell’ambiente in cui esse vivono. Il dibattito sui diritti umani è dunque di fondamentale importanza e capace di aprire una serie di orizzonti di discussione in grado di investire diversi campi dello scibile. Esercizio di conoscenza e di partecipazione democratica al vivere moderno, il dibattito sui diritti umani deve avvalersi dei giusti strumenti teorici e dei corretti riferimenti storici.

Bene-Rwanda Onlus, associazione impegnata nella difesa dei diritti umani e nella conservazione della memoria delle tragedie umanitarie, in particolare quelle concernenti le popolazioni africane,  intende proporre una pluralità di progetti educativi sulla “cultura dei diritti umani”, una lente d’ingrandimento su quello che troppo spesso, per interessi economici e politici, viene omesso o addirittura nascosto.  Il caso specifico del genocidio del Rwanda, avvenuto nella primavera del 1994, sarà portato alla conoscenza degli studenti attraverso analisi storiche, giornalistiche e soprattutto attraverso la testimonianza diretta dei profughi. I consulenti della Onlus svilupperanno il dibattito fino ad arrivare all’attualità, ovvero fino ai processi tuttora in corso ai danni dei criminali, alle pratiche di estradizione, alla recente abolizione della pena di morte da parte del presidente rwandese Paul Kagame, premiato a Roma dall’Associazione “Nessuno Tocchi Caino”. I consulenti della Onlus si avvarranno inoltre di materiali audiovisivi concernenti in particolare il genocidio del Rwanda con proiezioni di film, documentari, reportage giornalistici ed esibizioni fotografiche.

Destinatari e finalità

I principali destinatari del progetto sono tutti gli studenti delle scuole primarie e secondarie, con corsi specifici e appropriati in rapporto all’età degli alunni e al programma didattico.

In particolare, per gli studenti delle scuole superiori, il progetto intende fornire strumenti generali di analisi sui principali concetti dei diritti umani per poter poi focalizzare l’attenzione sul genocidio che avvenne in Rwanda nel 1994. In questo modo si intende sviluppare negli alunni, attraverso lo studio di un caso specifico, la capacità di sapersi rapportare al dibattito generale dei diritti umani e della loro violazione nel mondo contemporaneo.

Metodologia

Le lezioni si baseranno sul coinvolgimento degli studenti che saranno portati a sentirsi protagonisti di una storia in divenire, quella appunto dei diritti umani. Agli studenti saranno offerti strumenti critici da esperti del settore, insegnanti e giornalisti; visioneranno inoltre filmati e fotografie mentre l’incontro con i sopravvissuti rwandesi rappresenterà il momento della scoperta e del contatto diretto con una realtà tragica e recente.

Strumenti

Materiale didattico e informativo messo a disposizione dalla Onlus Bene Rwanda

Materiale audiovisivo messo a disposizione dalla Onlus Bene Rwanda

Documentari e reportage giornalistici

Materiale fotografico della giornalista Veronica Spedicato

Docenti e consulenti

Francoise Kankindi, presidente Onlus Bene Rwanda

Stanley Safari, coordinatore Onlus Bene Rwanda

Veronica Spedicato, giornalista e docente

Yolande Mukagasana, Scrittrice sopravvissuta al genocidio dei Tutsi in Rwanda

I corsi

Tutti i corsi proposti dalla Onlus sono strutturati in moduli per permettere la definizione di percorsi didattici personalizzati che potranno essere concordati dai docenti con la consulenza dei nostri esperti. I corsi base proposti dalla Onlus potranno dunque essere arricchiti e modificati a seconda delle esigenze delle singole scuole. Nello specifico, è possibile strutturare il percorso didattico con l’aggiunta di uno o più moduli che prevedono la visione guidata di film e/o documentari col fine di ampliare  le conoscenze in materia da parte degli alunni e prepararli a una più matura comprensione della tavola rotonda.

Progetti Bene Rwanda Onlus Scuole a.s.2016-2017

Add comment febbraio 1st, 2017

RWANDA 22 Anni:Intervento di Yolande Mukagasana

Add comment aprile 14th, 2016

Verso la fondazione del Giardino dei Giusti in Rwanda

L’evento Memoria del Bene, oltre ad aver ricevuto una bella partecipazione di un pubblico attento ed interessato al tema della memoria e dei giusti, è stato il preludio all’annuncio della nascita di due giardini dei giusti importanti: quello romano a villa Pamphili a cura della ADEIWIZO Associazione Donne Ebree d’Italia e quello del Rwanda a cura di Yolande Mukagasana in collaborazione con Gariwo, la Foresta dei Giusti.

Le foto della Giornata dei Giusti a Roma

Memoria del Bene 6 marzo 2016

Memoria del Bene 6 marzo 2016

Memoria del Bene

Memoria del Bene

Add comment marzo 8th, 2016

LA MEMORIA DEL BENE:I GIUSTI DALLA SHOAH AL GENOCIDIO DEI TUTSI IN RWANDA

Domenica 6 marzo 2016, Sala Convegno Città dell’Altra Economia, Roma

In occasione della giornata europea dei giusti, l’associazione Bene Rwanda Onlus e Gariwo la Foresta dei Giusti, organizzano un dibattito per ricordare gli uomini che si sono opposto al male nei momenti più bui dell’umanità illuminando chiunque di noi di aver il coraggio di scegliere il bene salvando vite umani a rischio della propria .

Flamme Memoriale Gisozi

Flame Memoriale Gisozi Kigali

Programma

ore 17.00              Introduzione, i Giusti e giusti della Shoah: Anna Foa, Prof.ssa di Storia Moderna Università Sapienza di Roma

ore 17.30             I giusti nel genocidio dei Tutsi del Rwanda: Yolande Mukagasana, sopravvissuta al genocidio, scrittrice, attivista per l’assistenza ai sopravvissuti

ore 18.00              Promuovere una legge per i Giusti: Milena Santerini , docente Università Cattolica di Milano, Deputata.

ore 18.30              Dai desaparecidos in argentina ai desaparecidos di oggi nel mediterraneo: Enrico Calamai

ore 19.00              Il Giardino dei Giusti a Roma: dott.ssa Cristina Maltese, Presidente del XII Municipio e Ziva Fischer Modiano Rappresentante dell’ADEIWIZO Associazione Donne Ebree d’Italia

Modera Françoise Kankindi, Presidente Bene Rwanda onlus

Invito all’evento: Memoria del bene

Add comment febbraio 12th, 2016

No alla cittadinanza onoraria a Paul Rusesabagina!

Abbiamo appena appreso questa notizia per noi rwandesi davvero choccante cioè che la città di Torino si appresta a conferire la cittadinanza onoraria a quello che i sopravvissuti dell’Hotel Milles Collines considerano un impostore aguzzino propinato come eroe dal film Hotel Rwanda senza appurare minimamente la veridicità dei quanto raccontato da Paul Rusesabagina! (http://www.torinotoday.it/cronaca/cittadinanza-onoraria-paul-risebagina-rwanda.html).
Ormai è stato ampiamente documentato quanto ciò che racconta il film sia più fiction che verità con tanto di libro che ha smentito l’impostura (HÔTEL RWANDA OU LE GÉNOCIDE DES TUTSIS VU PAR HOLLYWOOD).
Non ci lasciate soli in questa battaglia, aiutateci ad evitare che la memoria di un milione di morti passato sotto silenzio e inazione della comunità internazionale sia infangata con un premio a chi oggi nega lo stesso genocidio dei Tutsi del Rwanda!

Per fortuna grazie alla mobilitazione massiccia di tutti noi la cerimonia della consegna del premio è stata annullata, continueremo la battaglia purché il Consiglio comunale revochi la delibera di conferimento della cittadinanza onorario ad un presunto giusto mai riconosciuto dai sopravvissuti che lo stesso pretende aver salvato. Ecco cosa ne pensa Tatien Miheto, ex coordinatore del Comitato di Crisi all’Hotel Milles Collines Miheto-interpelle-le-hero-politicien-du-film Hotel Rwanda

E’ da anni che l’associazione Bene Rwanda è impegnata nel far luce e far conoscere al pubblico italiano la verità sul falso eroe del film di Terry Georges che racconta di un eroe mai esistito (https://www.benerwanda.org/index.php?s=Paul+Rusesabagina&searchbutton=Vai).

Negli ultimi anni non solo il negazionismo ma anche la celebrazione di falsi eroi ha turbato i sopravvissuti del genocidio. Molte delle testimonianze di sopravvissuti ospitati nel famoso Hotel delle Mille Colline pervenute alla nostra associazione sono, infatti, non in linea con le versioni date dal signor Rusesabagina e utilizzate per la produzione del film hollywoodiano “Hotel Rwanda”. Da vent’anni  i sopravvissuti chiedono chiarezza su quelle vicende e sull’effettivo operato del signor Rusesabagina durante e dopo il genocidio. Bene Rwanda è impegnata per il riconoscimento i veri “giusti del Rwanda” attraverso una campagna per l’assegnazione del Nobel per la Pace a Zura Karuhimbi, Yolande Mukagasana e Pierantonio Costa, in quanto Giusti per le loro azioni durante e dopo il genocidio del Rwanda del 1994 e figure rappresentative contro ogni genocidio.

Link utili: http://www.editions-harmattan.fr/index.asp?navig=catalogue&obj=livre&no=25388

http://blog.panorama.it/libri/2008/02/29/hotel-rwanda-il-libro-denuncia-che-inchioda-hollywood/

Il falso Schindler dell’ Hotel Rwanda

Per contribuire alla nostra causa, firmate la petizione per la revoca della cittadinanza onoraria deliberato dal Consiglio Comunale di Torino: https://www.change.org/

Add comment gennaio 22nd, 2015

I Giusti del Rwanda

I GIUSTI DEL RUANDA

Nel 1994, in Rwanda, nel giro di tre mesi, tra il 6 aprile e il 18 luglio, un milione di cittadini appartenenti all’etnia minoritaria Tutsi veniva sistematicamente trucidato dai criminali estremisti appartenenti alla maggioranza Hutu per la sola colpa di appartenere ad un’etnia diversa. Un  omicidio ogni dieci secondi avveniva sotto gli occhi indifferenti della comunità internazionale.  In questo contesto, molti obbedirono agli ordini ed uccisero, violentarono e torturarono, pochi coraggiosi, negando la  logica del genocidio e mettendo a rischio la propria vita scelsero di opporsi all’orrore e di salvare altri esseri umani. E’ a  loro a cui va il nostro tributo raccontando la storia di alcuni di loro.

Dopo vent’anni dal Genocidio dei Tutsi del Rwanda la violenza che imperversa da ogni parte del mondo ci sprona a ritorare sulla storia dei Giusti del Rwanda per dimostrare che tutti noi abbiamo una scelta: la scelta di salvare vite umane, possiamo opporci alla violenza piuttosto che assistervi passivamente ispirandosi ai Giusti di tutto il mondo.

Il genocidio dei Tutsi rwandesi, accompagnato dai massacri degli Hutu moderati che si  opposero al genocidio, costituisce un evento di primaria rilevanza nella storia dell’umanità. I mass media non hanno mai reso un’informazione chiara e veritiera all’opinione pubblica internazionale e non hanno mai spiegato che il genocidio era stato scientificamente pianificato dagli estremisti al potere nel paese e di fatto ampiamente prevedibile; hanno invece diffuso la falsa idea che si fosse trattato di uno scoppio irrazionale ed improvviso di violenza, una questione “tra selvaggi africani” per la quale c’era ben poco da fare. Purtroppo, il silenzio, l’abbandono dei sopravvissuti costretti a vivere in situazioni di estrema difficoltà economica e psicologica tra gli assassini dei loro familiari, e persino il negazionismo continuano tuttora. Il martirio delle vittime di questo genocidio attende ancora un riconoscimento globale.

Il revisionismo storico, la dimenticanza e la cancellazione degli eventi sono il primo passo verso il formarsi  dell’incoscienza civile che pone a rischio le generazioni future di ogni società ed é il primo seme per ripetersi degli eventi.

Per questi motivi reputiamo dunque importante condividere i  Giusti del Rwanda e mostrare il loro esempio a cui tutti noi possiamo ispirarci; affinche’ la memoria dei genocidi e la conoscenza dei  meccanismi che hanno portato alla loro esplosione non vadano persi.

Ecco alcuni di questi fantastici personnagi

Zura Karuhimbi è una contadina Hutu che oggi ha 84 anni ed al tempo del genocidio era quasi settantenne. Con grande intelligenza e coraggio ha nascosto e salvato la vita a circa 100 fuggiaschi Tutsi.  Se fosse stata scoperta, Zura sarebbe andata incontro alla morte più atroce, quella destinata ai “complici” dei Tutsi. Zura è stata già premiata dal Governo ruandese e  recentemente è stata riconosciuta quale “Giusta” dal Giardino dei Giusti di Padova, in Italia.

Profilo dettagliato di Zura Karuhimbi

Zura Karuhimbi

Zura Karuhimbi

Yolande Mukagasana è un’infermiera Tutsi la cui intera famiglia, compresi i tre figli e il marito, è stata sterminata sotto i colpi dei machete. Salvata da una donna Hutu, Yolande ha iniziato un’incessante campagna per testimoniare al mondo il genocidio del Rwanda. La sua storia è raccontata nel libro “La morte non mi ha voluta”. Scrittrice di fama internazionale, considerata la “Primo Levi” ruandese, Yolande ha già ricevuto vari riconoscimenti tra cui la Menzione Onorevole Unesco per l’Educazione alla Pace  e il riconoscimento dall’American Jewish Commettee.

Profilo dettagliato di Yolande Mukagasana

Yolande Mukagasana

Yolande Mukagasana

Pierantonio Costa ricopriva al momento del genocidio la carica di Console onorario Italiano a Kigali. Dopo aver contribuito all’evacuazione degli Italiani ed altri stranieri ed avere già salvato molti ruandesi nei primi giorni del genocidio, coraggiosamente tornò nel paese per mettere in  salvo oltre confine circa 2.000 Tutsi. La sua storia eccezionale è raccontata nel libro “La lista del Console”. Ribattezzato da vari media lo “Schindler italiano”, Costa è stato riconosciuto come “Giusto” dal Comitato per la Foresta dei Giusti di Milano e dal Giardino dei Giusti di Padova.

Profilo dettagliato di Pierantonio Costa

Perantonio Costa

Perantonio Costa

DAMAS GISIMBA

Damas Gisimba è nato nel 1961. Nel 1980 i suoi genitori, Peter e Dancilla, fondarono il Gisimba Memorial Center ((http://www.gisimba.org)), un orfanotrofio che inizialmente ospitava diciotto bambini, situato nel mezzo della zona più difficile della città, il distretto di Nyamirambo. Alla sua morte, nel 1986, Damas gli succedette come direttore.

Gisimba a Giardino dei Giusti di Padova

Gisimba nel Giardino dei Giusti del Mondo di Padova

Quando iniziò il genocidio nel 1994, Damas, di etnia hutu, nascose nel soffitto dell’orfanotrofio bambini e adulti tutsi, nel tentativo di salvarli dal massacro. Il Gisimba Memorial Center divenne rifugio per 400 persone protette da Gisimba, che rischiando la sua vita negava alle milizie la possibilità di entrare nel centro. L’orfanotrofio fu individuato. Alcuni giorni dopo i miliziani Interahamwe a caccia di Tutzi o simpatizzanti Tutzi attaccarono l’orfanotrofio e non risparmiarono neonati e bambini. La situazione era disperata. Mancavano cibo e acqua, i bambini non colpiti dai machete morivano di dissenteria. Il massacro era iniziato, quando accadde quello che Gisimba ha definito “un miracolo”: si materializzò il missionario americano Carl Wilkens, il quale aveva disobbedito all’ordine ingiunto dall’ambasciata americana, a tutti i cittadini americani, di lasciare Kigali. Con la sua sola presenza, impugnando il walkie-talkie e facendo capire che stava contattando l’ONU, Wilkens mise in fuga gli assassini, quindi si offrì di portare i superstiti nella propria missione. Gisimba riuscì ad evacuare il centro spostando gli occupanti in Kigali sotto la protezione di Carl Wilkens.

L’11 novembre 2011 l’attore Clive Owen, ambasciatore dell’Aegis Trust (ONG britannica che si batte per impedire crimini genocidari in tutto il mondo), ha dedicato il premio UNESCO a Damas Gisimba e al fratello François, che con lui dirige l’orfanotrofio. Damas continua a dirigerlo. Il centro, punto di riferimento umanitario per il Rwanda durante il genocidio e in questi ultimi venticinque anni, continua a esistere grazie alla generosità di organizzazioni, privati e volontari.

Dama Gisimba è stato insignito del premio Umurinzi conferitogli da Ibuka http://www.ibuka.net/rwanda.html), l’associazione che si occupa della memoria et l’individuazione dei Giusti del Rwanda e nel 2013 è stato nominato Giusto nel Giardino dei Giusti di Padova.

Link su Gisimba:

http://www.un.org/en/preventgenocide/rwanda/gallery/gisimba/

(http://www.aegistrust.org/Aegis-Rwanda/clive-owen-dedicates-unesco-award-to-brothers-who-became-heroes-of-the-rwandan-genocide.html)

Add comment gennaio 12th, 2015

Intervento di Yolande Mukagasana

Add comment aprile 19th, 2014

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