BOLLETTINO DEL GENOCIDIO

aprile 14th, 2009

Seconda settimana: 14 aprile 1994 – 20 aprile 1994

Nei primi giorni del genocidio gli estremisti avevano disseminato posti di blocco dappertutto e avevano massacrato migliaia di persone di etnia Tutsi scovate nelle proprie abitazioni. Ma questo trattamento era stato riservato anche agli Hutu moderati e in genere a tutti i sostenitori di una politica di conciliazione nazionale, (alcune fonti stimano che circa il 20% delle vittime del genocidio siano stati Hutu). I primi ad essere uccisi furono infatti i più importanti esponenti dei partiti democratici, i giornalisti, gli esponenti delle associazione a difesa dei diritti umani. Si trattava di Hutu e Tutsi indifferentemente. Con il proseguire dei giorni la strategia cambiò: la popolazione civile in cerca di scampo venne attirata in luoghi di raccolta con la falsa promessa di protezione da parte delle autorità locali, poiché ancora le autorità erano ritenute dalla parte della gente, contro gli estremisti. In realtà questi luoghi (le scuole, le chiese ritenute fino ad allora santuari inviolabili e altri luoghi pubblici), divennero delle trappole mortali per decine di migliaia di persone, luoghi di massacri spaventosi.

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14 aprile: Massacro della parrocchia di Nyamata. La gente da ogni dove si ammassò nella chiesa e si chiuse dentro per proteggersi dalle scorribande degli assassini. Membri degli Interahamwe, la milizia Hutu, e le Forze del Governo ruandese dalle aree circostanti decisero di abbattere la porta e di irrompere nella chiesa coi propri fucili, granate e machete. Massacrarono tutte le persone che erano all’interno. Alla fine si conteranno circa 10.000 vittime (24.000 considerata l’intera area circostante).

14-15 aprile:
Massacro nella parrocchia di Nyarubuye. I civili rifugiati nella chiesa vengono massacrati indiscriminatamente a colpi di machete, raffiche di mitra e granate. Alla fine si conteranno 20.000 vittime.
Una settimana dopo l’uccisione dei dieci soldati belgi, il Belgio si ritira dall’UNAMIR. A Kigali persone ferite sono trascinate fuori da un’ambulanza della Croce Rossa e uccise.

16 aprile: Fine dell’operazione Amaryllis. Il genocidio viene perpetuato nella notte ruandese, nell’intero paese.

18 aprile: Un tentativo del FPR di far tacere Radio Mille colline fallisce. Il governo ad interim silura il prefetto di Butare.

19 aprile: Diffusione da parte di Radio-Ruanda, di un discorso del presidente del GIR, Théodor Sindikubwabo, in visita a Butare, con il quale invita la popolazione di Butare a “mettersi al lavoro”. Inizio del massacro a Butare. L’ultimo soldato belga lascia Kigali.

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