Storia del Rwanda

DALLA COLONIZZAZIONE AL GENOCIDIO

Capitolo 1 – La colonizzazione del Ruanda

 

 

1885 Spartizione dell’Africa tra le potenze europee (conferenza di Berlino). Attribuzione del Ruanda (a quel tempo sotto il regno di Mutara II Rwogere) all’impero tedesco.

 

1892-94 Arrivo dei tedeschi in Ruanda. Scoperta delle colline ruandesi. Regno di Mwani Kigeli IV Rwabugiri. Il primo europeo, il conte tedesco Von Gotzen, arriva alla corte ruandese.

 

1895 Morte del re Kigeli IV Rwabugiri. Incoronazione di Mibambwe IV Rutalindwa.

 

1896 Avvento del Rucunshu: il Mwami Mibambwe IV Rutalindwa è ucciso.

 

1897 Incoronazione di Mwami Yuhi V Musinga. Il re affida le relazioni internazionali del regno all’impero tedesco.

 

1900 Fondazione della prima missione cattolica per opera dei Padri bianchi a Save. Amministrazione indiretta del regno da parte dei Tedeschi, i quali aprono una residenza.

 

1907 Il Mwami Musinga rifiuta di partecipare alla cerimonia di apertura di una chiesa costruita dai Padri bianchi. Nomina di Richard Kandt in qualità di residente imperiale del Ruanda.

 

1908  Fondazione di Kigali.

 

1910-11 Definizione delle nuove frontiere dell’Africa orientale tedesca con il Congo belga e il Protettorato britannico dell’Uganda. Il Ruanda perde i territori di Kivu, Bufumbira, Mdorwa e Mpororo. Una sollevazione popolare nel nord del Ruanda viene schiacciata dalle Schutztruppe tedesche e dai capi Tutsi, lasciando acredine negli Hutu settentrionali.

 

1916 Prima guerra mondiale. Attacco da Shangi per opera delle truppe belghe. Occupazione belga del Ruanda.

 

1919 Il Trattato di Versailles riconosce l’ex-Africa tedesca all’Inghilterra e al Belgio. L’amministrazione prende forma di un mandato.

 

1924 La Società delle Nazioni riconosce un mandato tutelare al Belgio.

 

1926 Le riforme amministrative sconvolgono l’equilibrio politico e sociale dell’amministrazione tradizionale. Gli Hutu ne vengono esclusi.

 

1930-32 Radicalizzazione della politica di depurazione e di riforma dei poteri legati alle vecchie consuetudini per opera del Governatore Voisin. Mwami Yuhi V Musinga, che era oppositore della Chiesa, viene deposto dai Belgi. Incoronazione del figlio Charles Léon Pierre Mutara III Rudahigwa, di religione cattolica. Inizio del Regno cristiano del Ruanda.

 

1933 L’amministrazione coloniale belga organizza un censimento e viene introdotta per la prima volta LA CARTA D’IDENTITA’ CHE RIPORTA L’ETNIA, che suddivide la popolazione in Hutu, Tutsi o Twa.

 

1946 Le Nazioni Unite sottopongono il Ruanda-Urundi sotto lo statuto di tutela belga. La Chiesa costringe il re Rudahigwa a consacrare il suo paese al ‘Cristo-Re’.

 

1954 Grégoire Kayibanda, già seminarista, è nominato redattore capo di Kinyamateka, edito dal 1933 dai Padri bianchi.

 

1955 Monsignor Perraudin, prelato di origine svizzera viene nominato vicario apostolico di Kabgayi, quindi arcivescovo di Kigali. Grégoire Kayibanda è il suo segretario personale.

 

1957 Il Manifesto dei BaHutu viene pubblicato con l’aiuto interessato della Chiesa cattolica. I Padri bianchi aiutano e patrociniano la “rivoluzione Hutu”.

 

1959 Kaybanda fonda il Partito del movimento dell’emancipazione dei BaHutu (ParmeHutu).

 

 


Capitolo 2 – La prima repubblica Hutu

 

1959, 25 Luglio : Morte in circostanze sospette di Mwami Mutara III Rudahigwa a Bujumbura, a seguito di un’iniezione eseguita da un dottore belga.

 

28 Luglio: incoronazione di Kigeri V Ndahindurwa, ultimo re del Ruanda. Creazione di numerosi partiti politici.

 

Inizio della Rivoluzione Sociale, voluta, sostenuta e controllata dall’esercito, dalla Chiesa cattolica e dall’amministrazione coloniale belga che ora favorisce gli Hutu, dopo averli esclusi e discriminati per decenni. Primo massacro di Tutsi. I morti sono 20.000 : Massacro della festa degli « Ognissanti » ruandese.

Alcune decine di migliaia di Tutsi sono uccisi, i loro beni saccheggiati e le loro case date alle fiamme. Raggruppamento di parte dei sopravvissuti nei campi a sud-est del paese. Altri fuggono verso gli stati confinanti. Il Belgio nomina il Colonnello Logiest in qualità di residente speciale e il Ruanda viene messo sotto controllo militare.

 

1961, 28 gennaio: Colpo di Stato di Gitarama: la monarchia viene formalmente abolita e viene proclamata la Repubblica per opera di Kayibanda, già segretario di Monsignor Perraudin, consigliato da Logiest e sotto il controllo dell’amministrazione belga.

Elezioni legislative. Vittoria del partito ParmeHutu di Kayibanda. Nuova esplosione delle violenze antiTutsi. Massacro ed esodo di migliaia di Tutsi.

 

25 settembre: Referendum. Grégoire Kayibanda eletto presidente della Repubblica Hutu. Arresto ed espulsione di Kigeri V per opera delle autorità belghe.

La menzione dell’etnia sulla carta d’identità, istituita dall’amministrazione coloniale, diventa obbligatoria e deve, oramai, essere riportata in tutti i documenti amministrativi.

 

1962, 1° luglio: Indipendenza della Repubblica ruandese. Trionfo di una rivoluzione sotto tutela o “assistita”, secondo il governatore Harroy. Le prime incursioni dei rifugiati Tutsi causano dure rappresaglie sulla popolazione interna Tutsi. I massacri organizzati, in presenza dell’esercito coloniale belga, provocano diverse migliaia di morti (circa 2.000). L’appartenenza ad un’etnia, diventa un elemento determinante della vita sociale: permette o impedisce l’accesso all’impiego, all’educazione e ai posti amministrativi.

 

1963: MESSA IN OPERA DEL « PICCOLO GENOCIDIO » DI GIKONGORO DA PARTE DI KAYIBANDA: Diverse decine di migliaia di vittime, uomini, donne e bambini. Fuga di 200.000 Tutsi verso l’Uganda, lo Zaire e il Burundi. Bertrand Russell, il famoso filosofo e matematico britannico, riporta che si tratta del “massacro più orribile e sistematico dallo sterminio degli Ebrei espletato dai nazisti”. Occultamento del dramma da parte delle autorità ruandesi, delle autorità tutelari belghe e della gerarchia ecclesiastica. Esecuzione dei membri Tutsi del governo. Consolidamento del potere di ParmeHutu. Eliminazione degli oppositori, strumentalizzazione delle sommosse anti-Tutsi. Prosecuzione dell’esodo dei Tutsi nei paesi limitrofi. Deportazione dei sopravvissuti ai massacri nelle zone inospitali: la palude di Bugesera (Nyamata) per i Tutsi del Nord e le foreste di Rukumberi per quelli del Sud.

 

1965: Elezione di Kayibanda, il quale sostiene di avere ottenuto il 98% dei suffragi. Monopolio del potere da parte del ParmeHutu, partito tribale e sudista, il quale, in realtà, si rivela come partito unico in assenza di opposizione. I posti nell’esercito e nella polizia sono riservati esclusivamente agli Hutu, e segnatamente quelli del Sud. Gli Hutu del nord (Gisenyi e Ruhengeri) sono ancora numerosi nell’esercito.

 

1966: Passaggio al partito unico.

 

1967: Nuovi massacri dei Tutsi.

 

1972: Massacri degli Hutu nel vicino Burundi. Epurazione degli impiegati e funzionari Tutsi dall’amministrazione pubblica in Ruanda.

 

 


Capitolo 3 – La seconda repubblica Hutu

 

Febbraio 1973 : nuove ondate di persecuzioni anti-Tutsi, animate da “Comitati di salute pubblica” su istigazione di un Padre bianco, Padre Naveau. Pogrom sanguinosi. Prosegue l’espulsione dei Tutsi dall’amministrazione e dall’istruzione. Epurazione etnica degli alunni della scuola secondaria e degli studenti dell’università nazionale di Butare.

 

Luglio: PRESA DEL POTERE DA PARTE DI JUVENAL HABYARIMANA, A SEGUITO DI UN COLPO DI STATO MILITARE. La fazione nordista in seno all’esercito prende il potere. Vengono assassinati più di una cinquantina di membri dell’amministrazione e del governo.

 

1974: morte di Kayibanda in prigione, a seguito di maltrattamenti e forse di avvelenamento. Controllo incrociato del paese da parte della polizia e dell’esercito, trasformato in guardia pretoriana. Habyarimana riprende a proprio vantaggio la politica etnica del suo predecessore, escludendo i Tutsi dall’esercito e dalle cariche di responsabilità.

 

1975: firma di un accordo di assistenza militare tra il presidente francese Giscard d’Estaing e Habyarimana, in occasione di un memorabile safari. Fornitura di aiuti in armamenti da parte della Francia, pari a 4 milioni di franchi l’anno. Creazione del MRND, il Movimento Repubblicano Nazionale per lo Sviluppo. Monopolizzazione delle responsabilità politiche ed economiche da parte degli Hutu provenienti dalle prefetture nordiste di Gisenyi e Ruhengeri.

 

1976: nomina dell’arcivescovo di Kigali, Mons. Nsengiyumva, al comitato centrale del MRND.

 

1978: adozione di una nuova costituzione. Mantenimento dell’identificazione etnica sulle carte di identità. Integrazione di ogni ruandese, dalla nascita, al partito unico MRND. Elezione del presidente Habyarimana, (unico candidato), con il 99% dei voti.

 

1979: creazione della Rwandese National Union (Ranu) da parte di rifugiati Tutsi in Kenya, futuro Fronte Patriottico Ruandese (FPR).

Ottobre 1980: Repressione alla frontiera, da parte del generale Habyarimana, di 80.000 rifugiati Tutsi espulsi dall’Uganda dal regime di Milton Obote. Miseria e decimazione dei rifugiati, spaventosa mortalità a causa della mancanza di cibo e cure.

 

1981: arruolamento di molti giovani rifugiati Tutsi nei ranghi del National Resistance Movement, la ribellione di Yoweri Museveni in Uganda.

 

1982: Le comunità di rifugiati ruandesi in Uganda sono attaccate. Quelli fuggiti verso il confine vengono intrappolati.

Presentazione di Jean-Christophe Mitterrand, figlio del presidente, alla cellula franco-africana dell’Eliseo di cui sarà a capo poco dopo, fino al 1992. Jean-Christophe Mitterrand intrattiene relazioni con molti capi di Stato africani e i loro figli, tra cui Jean-Pierre Habyarimana.

 

1983: rielezione di Juvénal Habyarimana con il 99,98% dei voti.

 

1986: Museveni prende il potere in Uganda. Il governo di Kigali annuncia che ai rifugiati ruandesi non è permesso di tornare a casa perché il paese non è abbastanza grande.

 

1987: Celebrazione del 25° anniversario della Repubblica Hutu.

La Ranu diventa il Rwandese Patriotic Front (FPR).

 

1988: Si tiene a Washington una conferenza internazionale dei rifugiati ruandesi.

Rielezione di Habyarimana con più del 99% dei voti. Nascita e sviluppo di un’opposizione democratica forte e dinamica, costituita in gran parte dai cosiddetti Hutu moderati. Amplificazione della crisi: corruzione, imprigionamenti arbitrari, sevizie. Moltiplicazione degli arresti di oppositori Hutu del Sud.

 

 


Capitolo 4 – L’opposizione al regime di Habyarimana

 

1989-90: Uccisione della Deputata Nyiramutarambirwa da parte degli agenti della “Sicurezza nazionale”. Quest’ultima si era opposta alla politica delle quote.

Uccisione di molti giornalisti da parte della Sicurezza, tra cui il direttore del giornale cattolico Kinyamateka.

Primo meeting dei comitati ministeriali di Uganda e Ruanda per discutere del problema dei rifugiati.

 

1990: redazione, da parte di Erik Orsenna, del discorso di La Baule per il presidente François Mitterrand (ne denuncerà in seguito la politica africana).

L’opposizione armata del FPR, nata dalla seconda generazione di rifugiati Tutsi, appoggia l’opposizione civile interna sudista e democratica al regime di Habyarimana.

Trentatrè intellettuali pubblicano una lettera di denuncia contro il sistema del partito unico.

 

1 ottobre: Il FPR invade il Ruanda attaccando dalla frontiera ugandese: inizia una vera e propria guerra civile. Morte di Fred Rwigema.

 

4 ottobre: intervento francese nel conflitto (operazione Noroît) su decisione del presidente François Mitterrand. Invio sul fronte di una compagnia (150 uomini) del 2° Reggimento straniero di paracadutisti (2° REP), stanziato nella Repubblica Centrafricana, seguito dall’aiuto dei Belgi e degli Zairesi (Mitterand aggiunge in seguito 450 uomini). Rientro affrettato di 3.000 uomini della Divisione Speciale Presidenziale del Maresciallo Mobutu, a causa dei loro eccessi criminali nei confronti delle popolazioni.

Notte tra il 4 e il 5 ottobre: simulazione di un attacco su Kigali con la partecipazione dei militari francesi (della Missione di Assistenza Militare e di Noroît).

 

5 ottobre: discorso di Habyarimana alla radio nazionale, in cui spiega che il nemico ha attaccato in forze la capitale e in cui decreta lo stato d’assedio, l’instaurazione di un coprifuoco totale e fa appello alla vigilanza con delazione delle persone sospette. Conseguente arresto di 10.000 Tutsi e di oppositori politici Hutu a Kigali.

 

8 ottobre: MASSACRI PER RAPPRESAGLIA DELLA POPOLAZIONE CIVILE TUTSI (BAHIMA) DEL MUTARA (UN MIGLIAIO DI VITTIME). Le uccisioni vengono presentate dalle autorità come un lavoro collettivo rispettabile (umuganda).

 

11-13 ottobre: massacro di Tutsi nella comunità di Kibilira.

 

Fine ottobre: appoggio di truppe francesi che respingono il FPR in Uganda. Inizio della guerriglia. Ritirata del Belgio dal Ruanda dopo un acceso dibattito in parlamento, in cui si denunciano i crimini del regime di Habyarimana. Rimangono solo le truppe francesi. François Mitterand segue molto attentamente la situazione militare in Ruanda, anche durante i suoi spostamenti.

 

Novembre: Concessione dalla Francia di un prestito di 84 milioni di Franchi “per lo sviluppo”, in realtà per l’acquisto di armamenti.

 

Dicembre: Concessione della Cassa centrale di Cooperazione economica di Parigi di un ulteriore prestito al Ruanda di 49 milioni di Franchi “per la realizzazione di diversi progetti”.

Diffusione del testo razzista detto dei “Dieci comandamenti degli Hutu”, nella rivista Kangura, notoriamente sostenuta dalla famiglia della moglie del presidente Habyarimana (l’akazu). Foto di Mitterrand in quarta pagina, con la didascalia: “I veri amici si riconoscono nelle difficoltà”.

 

Gennaio 1991: stanziamento del FPR nella regione di Byumba, nel nord-est del Ruanda, e liberazione di oltre 1.000 prigionieri politici dalla prigione di Ruhengeri, feudo di Habyarimana. Intervento di un distaccamento francese.

Affermazione da parte dell’ex membro degli squadroni della morte Janvier Africa – le cui testimonianze possono essere ampiamente adattate – di essere stato addestrato per quattro mesi dai militari francesi.

 

Gennaio-febbraio: Sterminio di 2.000 Tutsi Bagogwe in rappresaglie. Organizzazione di massacri di carattere genocidario (sterminio di uomini, donne e bambini) su istigazione del governo di Habyarimana (dal borgomastro di Kinigi, il prefetto di Ruhengeri ed altre autorità). Partecipazione del presidente Habyarimana e sua moglie Agathe alle riunioni preparatorie.

 

29 marzo: accordo di cessate il fuoco firmato a N’sele (Zaire).

 

Aprile: nomina del generale Christian Quesnot come capo di Stato Maggiore particolare del Presidente Mitterand. Il generale Jean-Pierre Huchon è il suo assistente.

Partecipazione di ufficiali francesi agli interrogatori “violenti” di prigionieri del FPR.

Conferenza di Dar-es-Salam sul diritto di rientro dei rifugiati. Un ulteriore accordo per le armi viene concluso tra l’Egitto e il governo ruandese.

 

10 giugno: modifica della costituzione, riconoscimento del multipartitismo, del diritto di sciopero per i funzionari e della libertà di stampa. Fonti dell’intelligence francese avvertono che un gruppo estremista cresciuto attorno ad Agathe Habyarimana incoraggia l’odio etnico ed è determinato a contrastare la democrazia.

 

Agosto: Nascita di molti partiti di opposizione: il Movimento Democratico Repubblicano (MDR), il Partito Liberale (PL), il Partito Socialdemocratico (PSD), il Partito Democratico Cristiano (PDC).

 

Novembre: Una dimostrazione organizzata dall’opposizione porta migliaia di persone nelle strade di Kigali.

 

1992: MANIFESTAZIONI POPOLARI CONTRO IL GOVERNO.

 

8 gennaio: manifestazione a Kigali (100.000 persone), a Gitarama e a Butare.

 

15 gennaio: seconda grande manifestazione dell’opposizione a Kigali nel giro di una settimana.

Il luogotenente-colonnello Chollet, distaccatosi dalla Missione militare di cooperazione di Habyarimana, dirige e riorganizza l’esercito ruandese.

Contatto di Paul Barril con gli estremisti Hutu dell’akazu.

 

Marzo: nuovo massacro a Kibilira.

Creazione della Coalizione per la difesa della repubblica (CDR), che riunisce gli ultras Hutu e istiga apertamente a un razzismo antiTutsi aggressivo.

Massacri di Tutsi nel Bugesera, nel sud del Ruanda, a seguito di incitamenti all’omicidio di Radio Ruanda, diretta da Ferdinand Nahimana.

 

Aprile: Dismas Nsengaremye dirige un governo di compromesso MRND-opposizione (senza il FPR).

 

Maggio: creazione, da parte del MRND, di una milizia di assassini: gli Interahamwe, presentata come “il movimento dei giovani del partito”. Alcuni vengono addestrati dai militari francesi. I miliziani organizzano violente dimostrazioni. L’allora ministro dell’educazione Agathe Uwilingiyimana, è aggredita in casa sua. 

 

29 maggio, 6 e 7 giugno: Incontri di Bruxelles. Discussioni, a Bruxelles poi a Parigi, tra l’opposizione democratica e il FPR. Creazione di un fronte comune a favore degli accordi di pace.

 

8 luglio: Quasi 300.000 profughi a causa dei combattimenti nel nord del paese tra FPR ed esercito ruandese.

 


Capitolo 5 – Gli accordi di Arusha

 

1992, 12 luglio: firma ad Arusha  (Tanzania) di un accordo di cessate il fuoco, poi ad Addis-Abeba (Etiopia).

 

Inizio agosto: realizzazione ad Arusha delle fondamenta di uno Stato di diritto. Intesa tra il governo e il FPR per l’attuazione di un governo transitorio pluralista.

 

Fine agosto: MASSACRI DI TUTSI NELLA REGIONE DI KIBUYE, perpetrati dalle milizie, subito dopo la firma degli accordi di Arusha.

“Copertura”, da parte del Crédit Lyonnais, di un ennesimo contratto egiziano da 6 milioni di dollari per la fornitura di armi al Ruanda. Consegna al Ruanda di 86 milioni di dollari di armi l’anno, da parte del produttore di armi sudafricano Armscor, tra il 1990 e il 1993.

 

Ottobre: denuncia, da parte del professor Filip Reyntjens in una conferenza stampa a Bruxelles e da parte del senatore belga Kuypers, del ruolo degli “squadroni della morte” (i “Réseaux zéro”) e della politica razzista del regime di Habyarimana.

 

Novembre: discorso del presidente Habyarimana ai militanti del MRND, in cui denuncia la “cartastraccia” dei primi accordi di Arusha. Léon Mugesera, membro della commissione politica del MRND, predica l’eliminazione dei Tutsi. Iniziano i piani per la costruzione di una nuova stazione radiofonica, la futura RTLM. Continuano le violenze politiche. Cresce la milizia estremista Hutu. L’opposizione al governo prosegue le dimostrazioni.

 

Dicembre: pogrom di Tutsi e di oppositori Hutu a Kibilira e nella regione di Gisenyi, regione natale del presidente Habyarimana.

 

Gennaio 1993: FIRMA DEL PROTOCOLLO DEGLI ACCORDI DI ARUSHA sul mantenimento dello stato di diritto, la fine dei massacri, la costituzione di un governo di transizione a base allargata, comprendente il FPR. In alcune aree sono distribuiti armi alla polizia municipale. Comincia l’importazione di un enorme numero di attrezzi agricoli.

 

8 febbraio: nuova offensiva del FPR che raggiunge la periferia di Kigali. L’offensiva viene arrestata grazie all’appoggio francese. Invio in Ruanda, da parte della Francia, di due ulteriori compagnie. Più di un milione di profughi a causa dei combattimenti.

 

Febbraio: nomina del Capitano Paul Barril da parte del ministro ruandese della Difesa, in vista di una missione (nome in codice: “operazione insetticida”): interrogato da un ufficiale militare francese di alto rango, François Mitterrand risponde che Barril non ha ricevuto nessun ordine da parte sua.

 

20-22 febbraio: violenze commesse dalle milizie interahamwe e dal CDR a Kigali. Massacro di Tutsi e di oppositori Hutu nelle prefetture di Gisenyi, Ruhengeri, Kibuye e Byumba.

 

28 febbraio: VISITA DEL MINISTRO FRANCESE DELLA COOPERAZIONE MARCEL DEBARGE A KIGALI. Appello a un “fronte comune” contro il FPR. Questa dichiarazione ufficiale di un ministro francese sarà seguita dall’organizzazione, da parte di Habyarimana, di una riunione tra il MRND, la CDR e gli estremisti anti-Tutsi degli altri partiti: MDR, PSD, PL e PDC, in cui venne approvata la presenza francese e si fece appello alla popolazione per “la difesa civile del paese”. Creazione della sfera d’influenza dell’Hutu Power a seguito di questa riunione.

 

25 febbraio – 2 marzo: incontri di Bujumbura, tra il FPR e l’opposizione interna ad Habyarimana.

 

Marzo: commissione d’inchiesta internazionale sui massacri. Affermazione di uno dei membri di questa commissione, Jean Carbonare, di aver visto istruttori francesi nel campo di Bigogwe, dove “venivano portati interi camion di civili. Venivano torturati e uccisi”. Denuncia della commissione di pratiche di genocidio in Ruanda e della responsabilità in questi massacri delle autorità ruandesi ai massimi livelli.

 

Marzo: conclusione di un nuovo accordo di cessate il fuoco a Dar-es-Salaam tra il governo ruandese e il FPR, che prevedeva la ripresa delle contrattazioni di Arusha e la partenza delle truppe straniere (francesi). Adozione della risoluzione 852 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che mirava all’attuazione di una forza internazionale di intervento. Inizio della ritirata delle truppe francesi. Ritorno delle truppe del FPR alle posizioni in cui si trovavano prima di febbraio.

 

Aprile: La Croce Rossa Internazionale avverte che per via dell’enorme numero di profughi, in Ruanda c’è il rischio di una peggiore catastrofe umanitaria. La fame è imminente.

Nomina del Generale Huchon, assistente del capo di stato maggiore particolare del presidente Mitterrand, ex comandante del 1° Reggimento paracadutisti di fanteria della marina (1er RPIMa), a capo della Missione militare di cooperazione. Succede al generale Jean Varret, “dimissionato” per aver manifestato il proprio disaccordo sulla politica condotta dalla Francia in Ruanda.

 

Maggio: conclusione di nuovi accordi ad Arusha, che prevedono la costituzione di un esercito nazionale unificato.

 

Giugno: attuazione del governo di transizione.

 

8 luglio: RTLM (Radio Television Libre des Mille Collines) inizia le sue trasmissioni razziste e incendiarie, incitando all’odio razziale contro i Tutsi e non risparmiando attacchi contro gli Hutu moderati e le posizioni conciliatorie da questi sostenute. A capo di RTML ci sono Seraphin Rwabukumba, cognato del Presidente Habyarimana, membro dei “réseaux Zéro”, e Ferdinand Nahimana.

 

17 luglio: Agathe Uwilingiyimana, uscita dal partito MDR, viene nominata Primo Ministro del governo di transizione.

 

4 agosto: FIRMA DEGLI ACCORDI DI ARUSHA, le cui tre componenti sono:

- l’attuazione di uno Stato di diritto sotto la responsabilità di un governo di transizione a base allargata;

- il ritorno dei rifugiati ruandesi;

- la costituzione di un esercito nazionale di transizione, comprendente il FAR e l’FPR.

 

Ottobre: massacro di Tutsi nel Burundi in seguito all’omicidio, il 21 ottobre, del presidente Hutu Melchior Ndadaye. Rappresaglie dell’esercito burundese. Migliaia di persone fuggono dal Burundi al Ruanda. Escalation della violenza politica in Ruanda.

Il 3-4 ottobre diciannove soldati americani sono uccisi in Somalia nella Battaglia di Mogadiscio.

 

Novembre: il battaglione belga conta 450 uomini anziché gli 800 previsti.

 

Dicembre: ritirata delle truppe francesi. Creazione della Missione delle Nazioni Unite per l’Assistenza al Ruanda (UNAMIR), diretta dal brigadiere-generale Roméo Dallaire.

 

27 dicembre: l’UNAMIR conta 1260 militari.

 

28 dicembre: arrivo a Kigali dei 600 militari del 3° battaglione d’elite del FPR, scelti per rappresentare questo partito nella capitale, al comando del Colonnello Charles Kayonga. Accompagnano i rappresentanti del FPR al governo e verranno relegati in parlamento.

 

la storia prosegue nella
rubrica del BOLLETTINO

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