Archive for marzo, 2017

Finalmente il Papa Francesco ha implorato il perdono per il ruolo della chiesa nel genocidio dei Tutsi in Rwanda

Il gesto tanto atteso dai rwandesi è finalmente arrivato lunedì 20 marzo quando il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza, nel Palazzo Apostolico Vaticano, Sua Eccellenza il Sig. Paul Kagame, Presidente della Repubblica di Rwanda.

Papa Francesco & Presidente Kagame

Incontro Papa-Kagame

“Durante i cordiali colloqui sono state ricordate le buone relazioni esistenti tra la Santa Sede e il Rwanda. Si è apprezzato il notevole cammino di ripresa per la stabilizzazione sociale, politica ed economica del Paese. E’ stata rilevata la collaborazione tra lo Stato e la Chiesa locale nell’opera di riconciliazione nazionale e di consolidamento della pace a beneficio dell’intera Nazione. In tale contesto il Papa ha manifestato il profondo dolore suo, della Santa Sede e della Chiesa per il genocidio contro i Tutsi, ha espresso solidarietà alle vittime e a quanti continuano a soffrire le conseguenze di quei tragici avvenimenti e, in linea con il gesto compiuto da San Giovanni Paolo II durante il Grande Giubileo del 2000, ha rinnovato l’implorazione di perdono a Dio per i peccati e le mancanze della Chiesa e dei suoi membri, tra i quali sacerdoti, religiosi e religiose che hanno ceduto all’odio e alla violenza, tradendo la propria missione evangelica. Il Papa ha altresì auspicato che tale umile riconoscimento delle mancanze commesse in quella circostanza, le quali, purtroppo, hanno deturpato il volto della Chiesa, contribuisca, anche alla luce del recente Anno Santo della Misericordia e del Comunicato pubblicato dall’Episcopato rwandese in occasione della sua chiusura, a “purificare la memoria” e a promuovere con speranza e rinnovata fiducia un futuro di pace, testimoniando che è concretamente possibile vivere e lavorare insieme quando si pone al centro la dignità della persona umana e il bene comune”.

CSD1383_Comunicato_su_udienza_del_Papa__di_oggi_al_presidente_Paul_Kagame

Aggiungi un commento marzo 20th, 2017

I MUSULMANI IN RWANDA, UNA COMUNITÀ CHE SALVÒ I TUTSI DURANTE IL GENOCIDIO

Editoriale per Gariwo, in occasione della giornata europea dei giusti, il 6 marzo.

L’Islam, sunnita, è stato introdotto in Rwanda dai commercianti musulmani dalla costa orientale dell’Africa nel XVIII secolo. Dalla sua introduzione, l’Islam è stata una minoranza rispetto alla religione cattolica maggioritaria introdotta durante il periodo coloniale.

Durante il genocidio dei Tutsi in Rwanda, l’Islam non è stato tra gli obiettivi del genocidio, per cui i musulmani hanno potuto tenersi lontano dai massacri proteggendo i Tutsi della loro comunità. Infatti il posto più sicuro a Kigali durante il genocidio fu Biryogo, il luogo dove si riunì la maggior parte dei musulmani.

Moschea di Nyamirambo

Moschea di Nyamirambo

Quando i genocidari Hutu invasero il loro quartiere Nyamirambo, gli Hutu musulmani si rifiutarono di collaborare dicendo di dare più importanza alla loro religione che alla loro etnia. Gli Hutu musulmani non salvarono soltanto la vita dei Tutsi musulmani, ma anche quella di migliaia di Tutsi cristiani.

L’Imam di Kigali ha chiesto pubblicamente di fermare i massacri e vietò ufficialmente alla comunità di partecipare al genocidio. Ovviamente non sono mancati alcuni incidenti in cui i Tutsi sono stati massacrati – in particolare l’attacco alla Grande Moschea di Nyamirambo, dove centinaia di musulmani si erano rifugiati. Qui inizialmente i profughi Hutu e Tutsi hanno resistito agli interahamwe lanciando pietre e frecce, ma quando la milizia Hutu ha attaccato con armi da fuoco è riuscita a entrare nella moschea e ha massacrato i profughi Tutsi.

In alcuni casi, gli Hutu avevano paura di cercare i Tutsi musulmani convinti che i musulmani e le loro moschee fossero protetti da una potente forza musulmana, amajini. Ad esempio, a Cyangungu, la moschea è stata bruciata ma gli aggressori sono fuggiti invece di distruggerla completamente con i musulmani dentro, poiché credevano che fosse pieno di jini. Quando un Hutu musulmano cadeva nella follia genocida, cercando di uccidere qualcuno, il resto della sua comunità gli chiedeva prima di prendere il Corano in mano e di giurare di rinunciare alla sua fede. Visto che nessun musulmano oserebbe violare il libro sacro, la maggioranza non partecipò ai massacri e per questo molti Tutsi si salvarono.

Tuttavia non mancano delle eccezioni. Il più famoso fu Hassan Ngeze, considerato una delle menti dell’ideologia anti-Tutsi, grande propagandista autore dei dieci comandamenti dell’umuhutu . L’altro è Yussuf Munyakazi, autoproclamato imam, condannato con l’accusa di genocidio dal Tribunale Penale Internazionale per il Rwanda per il suo coinvolgimento nell’omicidio di migliaia di Tutsi nella Chiesa cattolica.

Dopo il genocidio, il Rwanda ha concesso all’Islam gli stessi diritti e libertà al cristianesimo e il presidente Paul Kagame ha ringraziato la Comunità Musulmana per la sua condotta esemplare nell’opporsi ai massacri salvando tanti Tutsi durante il genocidio del 1994.

Aggiungi un commento marzo 3rd, 2017


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